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lunedì 1 luglio 2013

Diritti (e doveri) uguali per tutti

Ogni essere umano ha gli stessi diritti
Con il trattato di Marrakech più accessibilità ai libri per non vedenti (leggi qui).
"Un passo avanti significativo, con cui finalmente si dà ai non vedenti e agli ipovedenti il diritto alla lettura, alla conoscenza, all'informazione e alla cultura, il diritto, cioè, ad essere considerati come tutti noi". 
Il diritto alla cultura è lo stesso per tutte le persone del mondo.
Vogliamo parlare di questo diritto anche per le persone sorde? Vogliamo metterle in grado di capire un testo scritto come chiunque altro?
Oggi è possibile, perché non farlo? Perché rivendicare soluzioni ormai obsolete e soprattutto diversificanti e ghettizzanti?
Le persone sorde hanno diritto a poter accedere alla cultura del proprio popolo, che non è quello dei sordi (sic!), ma quello scritto sulla carta di identità.
Hanno lo stesso diritto che hanno tutte le persone con dislessia, con svantaggio socioculturale, con la carta di identità italiana francese inglese. Hanno lo stesso diritto uguale a tutte le persone del mondo.
I diritti credo che siano universali.
Comincio a chiedermi: nel momento in cui un diritto è valido solo per una categoria di persone è ancora un diritto? O si è trasformato in un privilegio o prerogativa o ghettizzazione o diversificazione?
Viva la biodiversità, ma attenzione a non esaltare troppo la diversità: maschera menefreghismo.
Le soluzioni di cui invece possono beneficiare tutti sono quelle davvero integranti e premianti della dignità umana.
Le soluzioni speciali oltre a non risolvere il problema ghettizzano ed emarginano.
Occhio.

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