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domenica 2 giugno 2013

La sordità: l'unico handicap interamente superabile con la tecnologia

E' proprio il caso di dirlo: AUREA TECHNE.
Tecnica
La sordità è l'unico handicap interamente superabile grazie alla tecnologia.
La tecnologia che ancora non fa vedere i ciechi, non fa comprendere i disabili cognitivi, fa parlare i sordi!
Curiosamente però si sta facendo di tutto perché non sia così.
Con la tecnologia i bambini che nascono sordi imparano l'italiano.
Con la tecnologia le persone sorde che sanno l'italiano oggi scavalcano il problema della comunicazione a distanza: Internet, Facebook, Twitter, Email, Chat, SMS, e chi più ne ha più ne metta sono tutte tecnologie che si basano sull'italiano, sono usate da tutti, sono accessibili ovunque, sono gratuite.
Francamente una persona sorda che oggi parla come tutti e può comunicare con tutti non vedo cosa abbia a che fare con il mondo della disabilità.
Invece di gioire di questo grande passo avanti, di questa enorme conquista che toglie alla disabilità e restituisce alla "aurea mediocritas", alla normalità una categoria di persone, cosa si fa?
Si rivendica una presunta diversità.
Si rivendica un antiquato sistema di comunicazione.
Si tende a puntualizzare che un sordo che parla sì, parla, ma rimane sordo. Sì e allora?
Questo improvviso e disperato interesse verso la LIS mi sa tanto di opportunismo.
Probabilmente chiedere la minoranza linguistica e allo stesso tempo l'indennità di comunicazione e l'invalidità civile non è poi una contraddizione: chi può usare solo la LIS è davvero disabile.
Mi chiedo come si possa non scandalizzarsi davanti a queste assurdità.
Ma forse l'indignazione è morta e regna sovrana la rassegnazione.

2 commenti:

  1. Cara Valentina, leggo sempre con molto interesse le tue osservazioni. Vorrei condividere alcune miei pensieri, che possono sembrare ripetitivi, ma credo siano molto importanti. Personalmente non penso che la sordità si l’unico handicap interamente superabile con la tecnologia. Le tecnologie assistive e didattiche superano tutti gli handicap connessi ai deficit (che rimangono e permangono), perché gli handicap sono gli impatti sociali dei deficit sulla società. Se un cieco - mediante una qualunque tecnologia - supera l’handicap (quale ad esempio impossibilità e non incapacità a muoversi nello spazio) connesso al deficit cecità, la stessa cosa accade per la persona con disabilità uditiva: se gli si offre tutti gli strumenti tecnologici che rendano accessibili quegli ambienti da cui sarebbe escluso per antonomasia, egli rimane sempre sordo, ma non muto. Se gli togliamo un ausilio protesico lui non potrà partecipare alla vita sociale del contesto di appartenenza, la stessa cosa accadrebbe alla persona con disabilità visiva e/o disabilità motoria.
    Nessuno può cambiare la natura della disabilità; tutti possiamo cambiare il modo di guardarla e di comportarci nei suoi confronti.
    Sarebbe opportuno, poi, focalizzare l’attenzione sulla stretta relazione tra sordità e accesso all’informazione. Non esiste una cittadinanza attiva senza un adeguato accesso alle informazioni. Nella società dell’informazione la trincea avanzata per dare diritti alle persone con disabilità uditiva è la trincea della comunicazione.
    L’accessibilità dovrebbe essere il principio guida dell’erogazione di beni e servizi a cittadini ed utenti. Beni o servizi andrebbero acquistati/erogati solo da organizzazioni che tengono pienamente conto dei problemi dell’accessibilità. Se considerassimo il Principio Sinergico della Legge stanca, ci renderemmo conto I benefici dell’accessibilità pensata per utenti con disabilità e/o esigenze specifiche sono, in realtà, benefici per tutti gli utenti. Il sottotitolo – una delle tecnologie che superano l’handicap comunicativo connesso al deficit sordità - risponde al principio sinergico e al principio di inclusione. Infatti, nell'era del digitale e della globalizzazione, rendere accessibili programmi in lingua straniera a un pubblico desideroso di poterne usufruire pur non conoscendo la lingua, o conoscendola poco, costituisce un servizio in più al cittadino.
    Anna Orato

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  2. Anna grazie per il tuo commento. Probabilmente ho poche idee e ben confuse :-)
    Desideravo nel mio post riferirmi all'aspetto linguistico. Credo che avere la lingua o non averla in questo caso cambi parecchio la natura della disabilità uditiva. Però effettivamente non parliamo più di sordità ma di lingua.
    Beh sai cosa? Non riesco a rispondere al tuo commento, perché mi vengono in mente mille cose...
    Sarebbe interessante articolare questi concetti in modo più esteso e articolato...
    Ad ogni modo, dimmi se vado errata, il mio ragionamento era basato sul fatto che la persona sorda, a differenza di quella cieca, deve fare un passo ulteriore per usare una tecnologia "liberante", cioè l'acquisizione della lingua.
    Dato che come sottolinei tu la tecnologia inclusiva per la sordità di fatto è una tecnologia migliorativa per la società tutta, mi sembrava lecito dire che la disabilità data dalla sordità e quindi dall'assenza della lingua è praticamente superata. Poi è chiaro che rimangono i limiti dati dall'aspetto sensoriale e lì, per dirla in parole povere, si va a pari con le altre disabilità.
    Anche se però a ben pensarci le disabilità sensoriali sono diverse dalle altre. O no?
    Parliamone...

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